Un bagno di foresta pensato appositamente per famiglie con bambini fino ai 12 anni di età.
Attività gratuita per i bambini; iscrivere solo i genitori.
Leggi alcuni articoli usciti su un ritiro di Forest Bathing guidato da Ann Tilman, una guida nota a livello internazionale, che parla perfettamente italiano e in questa occasione verrà al festival appositamente dal Belgio:
“Tre giorni immersi nel bosco per ritrovare sé stessi grazie alla natura” è il titolo dell’articolo di Paola Rosa Adragna che su La Repubblica descrive questo ritiro come un “modo per staccare la spina dalla frenesia di tutti i giorni e rallentare attraverso il contatto con la natura e il recupero del nostro rapporto con il Pianeta, per scoprire (o riscoprire) parti dell’anima che le distrazioni della vita moderna hanno relegato all’ultimo gradino delle priorità”.
Simona Falasca, direttrice di GreenMe, ci racconta le “10 cose che ho imparato facendo bagni di foresta sul Pollino“.
“È stato un momento di profonda riconnessione interiore e con la natura circostante” ha scritto Daniela Bartolini, su ItaliaCheCambia.
Letizia Sgalambro, su Erotodo108, descrive di come abbia “assistito all’insetto che succhia il polline di un piccolo fiore immergendosi completamente all’interno con il suo pungiglione e il sedere ritto, era una cosa che non avevo mai visto!“.
Sabina Frauzel (alias The swinging mom) ci parla di come “rigenerarsi nella Natura con una mini fuga dalla quotidianeità“.
Annaleni Pozzoli su Donna Moderna ha descritto il suo “primo bagno di Foresta“, clicca qui per scaricare il PDF dell’articolo.
“La pratica del “forest bathing” permette un’immersione totale nella natura, per risvegliare corpo e mente. Passi lenti, gentilezza, diritto alla disconnessione: un nuovo modo di conoscere o riconoscere se stessi.” Con queste parole Giulia Assogna introduce il suo articolo pubblicato su La Nuova Ecologia (edizione Luglio – Agosto 2022) il giornale di Legambiente. Clicca qui per scaricare il PDF dell’articolo.
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AVVISO IMPORTANTE:
Nel pomeriggio di sabato 17 giugno, il Giro d'Italia Giovani Under 23 passerà da Pian del Cansiglio. Il passaggio comporterà inevitabilmente alcune limitazioni relative ai parcheggi e alla circolazione ma tutto si svolgerà regolarmente.
In accordo con le forze dell'Ordine locali, e con convalida delle Prefettura, soltanto agli iscritti alle attività sarà garantito l'accesso con la propria macchina senza impedimenti nelle seguenti fasce orarie.
Vi chiediamo semplicemente di collaborare rispettando le fasce orarie concordate per la circolazione:
Attività della mattina:
- i partecipanti potranno accedere dalle 9.15 alle 10.15
- i partecipanti potranno uscire con la propria macchina dalle 12.30 alle 14.30 oppure restare in Cansiglio. La regolare circolazione nella zona è prevista a partire dalle 18.00 dopo il passaggio degli atleti.
Attività del pomeriggio:
- i partecipanti potranno accedere dalle 12.30 alle 14.30
- i partecipanti potranno uscire con la propria macchina dalle 18.00 appena dopo il passaggio degli atleti.
Attività della sera:
La regolare circolazione nella zona è prevista a partire dalle 18.00 appena dopo il passaggio degli atleti.
Parcheggio:
Sarà possibile utilizzare quello di fronte al Rifugio Alpino Vallorch per l'intera giornata e non ci saranno divieti nel parcheggio di Campon.
Vi invitiamo dunque a programmare in tutta tranquillità le vostre giornate al festival, per maggiori dettagli vi invitiamo a leggere le informazioni complete qui: https://www.societaselvatica.it/news_page-giro_italia_
Vi aspettiamo tra gli alberi.
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Vivere a contatto con la natura, ormai è risaputo, allunga la vita. Sono tantissimi gli studi che confermano l’enorme potere terapeutico di circondarsi del verde di alberi, prati e boschi. Nel nostro piccolo possiamo constatarlo ogni volta che, per rilassarci un po’ o staccare un attimo dalla routine, andiamo a fare una passeggiata in campagna, ma anche solo una camminata in un parco o in un sentiero alberato. In pochi minuti la mente si rischiara, i pensieri rallentano e anche i problemi sembrano meno soffocanti: torniamo a casa con un altro umore e una nuova prospettiva.
E se al posto di una semplice passeggiata facessimo, invece, un’esperienza più profonda, immergendoci letteralmente nella natura e “tuffandoci” in quello che viene definito un vero e proprio “bagno di foresta”, potete immaginare gli effetti che avrebbe?
La connessione ancestrale con la natura viene risvegliata in tutt’altro modo, attraverso inviti (non esercizi) che ognuno è libero di seguire o meno. Il forest bathing a differenza del trekking o delle escursioni nei boschi, ribalta completamente la concezione tipicamente occidentale di dover fare qualcosa per un determinato fine. Qui non c’è una meta da raggiungere, ma solo un percorso da intraprendere, possibilmente spogliandosi dei tradizionali pregiudizi o sovrastrutture e godendo semplicemente delle varie tappe e dei singoli attimi.
Lo Shinrin yoku, la pratica giapponese del bagno di foresta, ben rende l’idea di assorbire l’esperienza usando tutti i sensi, immergendosi completamente per riscoprire quella connessione ancestrale con la natura e gli alberi andata ormai perduta. Il silenzio è fondamentale per riuscire a trovare una reale connessione con ciò che ci circonda e per concentrarci sui suoni del bosco: gli uccelli, il vento tra le foglie, il rumore del ruscello diventano una dolce musica che riesce a zittire anche il turbine di pensieri che si susseguono nelle nostre menti. Solo rallentando si riesce a cogliere i dettagli e le sfumature che la quotidianità ci porta a dare per scontato. Solo rallentando ci si riesce a guardare veramente intorno e ad accorgersi della meraviglia delle piccole cose e la presenza di infiniti microcosmi che avevamo dimenticato. Tutti i sensi si amplificano e sintonizzano su frequenze quasi dimenticate. Dopo ogni esperienza ci si riunisce in cerchio per condividere con il resto del gruppo le sensazioni provate. Riuscire a verbalizzarle ed esporle agli altri le rende più vivide e durature.
I bagni di foresta riescono a risvegliare, in quei momenti, la consapevolezza del “qui e ora”, rivelandosi una vera e propria pratica i cui effetti sono paragonabili a quelli della meditazione mindfulness. Non a caso, lo Shinrin-yoku è definito da alcuni “mindfulness in natura” ed effettivamente con essa condivide diversi punti, ma se ne distacca nel modo in cui l’attenzione viene posta e focalizzata sui processi spontanei che avvengono grazie alla connessione con la natura.
Proprio per questo è risultato particolarmente indicato per promuovere il benessere psicologico compromesso dai tempi incerti come quelli che stiamo vivendo. I bagni di foresta fanno davvero precipitare lo stress dopo appena 40 minuti di pratica. Aiutano a risvegliare il legame ancestrale con la natura e lo stupore tipico dei bambini. La connessione con la natura è innata nei bambini, come pure la capacità di stupirsi, ma purtroppo entrambe si assopiscono crescendo. Noi adulti non le cancelliamo, tendiamo soltanto a seppellirle sotto uno strato di “cenere” chiamato quotidianità, a metterle da parte, ma sono entrambe lì e questa esperienza riesce davvero a tirarle fuori. Anche solo per riuscire a vedere un piccolo elefante nella sagoma di un albero, meravigliarsi della morbidezza delle foglie, lasciarsi incantare dal suono di un ruscello o dai raggi del sole che filtrano tra gli alberi.
I bagni di foresta diventano un’esperienza unica per ciascun partecipante, la condivisione però che avviene al termine di ciascuna singola esperienza riesce a creare un legame suscitando una coscienza collettiva. Questa saggezza condivisa contribuisce ad una responsabilità ecologica riscoperta e al principio di One Health, che la salute umana e la salute degli animali sono interdipendenti e legate alla salute degli ecosistemi in cui vivono.
Ann Tilman dedica gran parte della sua vita a stimolare le persone ad esplorare e sfruttare pienamente il loro potenziale, una ricerca che diventa estremamente interessante quando viene condotta in...
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